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Considerata da molti un cespuglio o arbusto fiorito, la camelia può in realtà svilupparsi come grande albero, rappresentare il protagonista principale, come esemplare in forma singola, di un parco o di un giardino, oppure non è raro ammirarla a siepe per ornare e delimitare grandi giardini storici, o, infine utilizzata per ornare pergolati.

L’ambiente naturale ideale in cui possiamo trovarla è quello di luoghi in cui il terreno è naturalmente acido. Le camelie appartengono infatti al gruppo delle piante “acidofile”, proprio in seguito alla preferenza per i terreni a pH decisamente inferiori a 7, e che comprende, tra gli altri, anche rododendri, azalee, mirtilli. La bellezza delle camelie, spesso ricondotta alle fioriture, si apprezza in realtà durante tutto l’anno, essendo piante dal fogliame persistente molto decorativo, di un verde lucido, brillante, coriacee e spesso con forme della lamina particolari e rare. Il fascino del genere Camellia risiede anche nel fatto che le diverse specie che lo compongono, presentano periodi di fioritura tra loro molto diversificati. Potremmo, volendo, avere in giardino camelie fiorite tutto l’anno, alternando specie, ibridi e varietà a diverse epoche di fioritura.

Classificazione del genere Camellia: le specie più diffuse

La ricchezza delle caratteristiche decorative della camelia è dovuta al fatto che, dal punto di vista genetico, si tratta di un genere, che comprende numerosissime specie, alcune delle quali si possono riassumere nelle seguenti:

Camellia japonica, Camellia sasanqua, Camellia reticulata, Camellia oleifera, Camellia sinensis, Camellia saluenensis, Camellia fraterna, Camellia maliflora, Camellia granthamiana, Camellia lutchuensis, Camellia vernalis, Camellia magnoliaeflora, Camellia chrysantha.

Citiamo solo alcune tra le specie più note e diffuse

Camellia japonica rappresenta senz’altro la specie più conosciuta come pianta da fiore, la più ricca di variabilità nella forma, colore, dimensione dei fiori, e delle foglie, e fu anche la prima a giungere in Europa e inizialmente denominata “Rosa del Giappone”. Pianta rustica, a fioritura primaverile, da marzo a giugno, può raggiungere l’altezza di 10-12 metri.

Camellia japonica

Camellia sasanqua: specie anch’essa originaria del Giappone, è prevalentemente a portamento arbustivo, può raggiungere i 5 metri di altezza. La caratteristica che la rende maggiormente interessante e attraente è il periodo di fioritura che coincide, nelle diverse cultivar, con il periodo autunno-invernale, da ottobre a marzo. È leggermente profumata, con aroma dolce e fruttato, dato dagli olii essenziali che vengono prodotti alla base dei petali. Attualmente l’olio di camelia è presente in alcuni prodotti ad uso cosmetico e non solo.

Camellia vernalis, specie a fioritura invernale; una cultivar di Camellia vernalis, la Yuletide ha la caratteristica di fiorire nel periodo natalizio. Il nome Yuletide, in inglese antico, significa infatti “feste di Natale”.

Camellia vernalis Yuletide

Camellia sinensis: è la specie dalle cui foglie si estrae il tè; ha fioritura invernale, con fiori bianchi semplici, penduli, di piccole dimensioni. Recentemente si sta diffondendo la coltura della camelia da tè anche in Italia, nella zona del Lago Maggiore.

Camellia sinensis

Morfologia del fiore

Possiamo spaziare dai tipi a fiore grande, semidoppio, o doppio, molto appariscenti, a specie come la fraterna o la cuspidata o molte varietà di sasanqua, in cui prevale l’estrema semplicità del fiore, alle delicate sfumature delle magnoliaeflora, nome giapponese che significa “abito di piume”.

Un’altra particolarità che rende unico il genere Camellia è la facilità con cui possiamo osservare, sulla stessa pianta, diverse morfologie di fiore contemporaneamente.

Camelia japonica Oki-no-nami

Per il riconoscimento di una particolare cultivar si consiglia quindi di considerare più caratteristiche nel loro insieme. Stupisce, e quasi sconvolge, infatti, la grande volubilità delle camelie: si possono osservare fotografie completamente diverse, che appartengono alla stessa cultivar. Un esempio molto bello e indicativo è rappresentato dalla Camellia japonica “Vergine di Colle Beato”, a fiore doppio, bianco puro, con petali disposti in una perfetta spirale a sette raggi, che reca il fiore perfetto solo su alcuni rami e in alcuni anni.

I tipi di morfologia del fiore possono essere ricondotti alle seguenti categorie:

Semplice: fiore con corolla con un solo giro di petali, o due giri incompleti: da cinque a nove petali. Gli stami, centrali, sono molto evidenti e numerosi.

Semidoppio: il fiore presenta da due a quattro giri di petali; gli stami, centrali, sono, anche in questo caso ben evidenti e numerosi.

Doppio: il fiore è costituito interamente da petali imbricati disposti in molte file ed modo estremamente ordinato. Nella parte centrale non si intravvedono stami né pistillo.

A forma di peonia: il fiore, largo e tondeggiante, è formato da petali misti a “petaloidi”, particelle fiorali rappresentate da stami in parte trasformate in falsi petali, simili ai veri petali. Questo fenomeno, molto frequente nelle camelie, prende il nome di “petaloidia”.

A forma di anemone: il fiore presenta una o più file di petali, con il centro quasi piatto, costituito da stami e petaloidi.

Doppio a forma di rosa: il fiore risulta costituito da più giri di petali, non perfettamente embricati; gli stami centrali sono visibili solo a fine fioritura.

Anche le dimensioni fiorali differiscono molto da una cultivar all’altra, così come la varietà nel tipo di margine dei petali e le loro variegature di colore.

La camelia in giardino. Ambiente ideale ed esposizione.

Se ci si trova nella situazione in cui desideriamo inserire camelie in un giardino preesistente, con alberi già molto sviluppati, ricordiamo che la camelia non ama il sole diretto; meglio porla in situazioni di sole filtrato da grandi alberi, come querce, conifere, che sono le piante a lei consociate in natura, nelle forme spontanee, o luoghi in cui l’esposizione prevede solo poche ore di insolazione. È consigliabile anche preferire piante arboree che abbiano radici profonde e che quindi non dovrebbero interferire con lo sviluppo futuro delle radici e, quindi della chioma della camelia. Ama infatti esposizioni luminose, ma preferibilmente non direttamente soleggiate nelle ore più calde, ma un poco riparate in mezz’ombra, come tutte le piante acidofile come azalea, rododendro, pieris e l’erica. L’esposizione al sole diretto in aree asciutte e con suoli poveri di humus può provocare macchie scure o una diffusa colorazione bronzea sulle foglie, sintomi di vere e proprie “ustioni” o scottature”.

Amante del clima mite, privo di sbalzi repentini sia d’estate che d’inverno, possiede una buona tolleranza al freddo ed alle basse temperature d’inverno ed a quelle elevate in estate; si comporta dunque senz’altro, come pianta semirustica.
Per riparare le radici dalle basse temperature è molto utile porre uno strato di materiale di pacciamatura.
Lo stesso accade se, in luoghi dal clima asciutto, effettuiamo delle bagnature sulla chioma: le goccioline d’acqua, asciugando a diretto contatto con il sole danneggiano i tessuti fogliari provocando sgradite ustioni fogliari. Anche il vento forte non è ben tollerato e può provocare la caduta dei boccioli fiorali che disseccano sulla pianta compromettendo la fioritura.

Posizionando le camelie in un angolo fresco e riparato del giardino, saremo sicuri di ottenere sia il fogliame che i fiori con il massimo del loro splendore. In alternativa, se la nostra abitazione si trova in posizione particolarmente esposta, possiamo riparare le camelie con una rete ombreggiante.

La Società Italiana della camelia

Nell’agosto del 1965, per iniziativa dell’ing. Antonio Sevesi, industriale lombardo, fu costituita la Società Italiana della Camelia, nata allo scopo di incoraggiare e diffondere l’interesse per questa pianta, che all’inizio del 900 aveva subito un improvviso e inspiegabile calo di interesse. Quest’anno ricorrono i 60 anni dalla sua Fondazione. Grazie alla dedizione di numerosi appassionati ed esperti collezionisti, è stata possibile oggi l’identificazione di numerose cultivar antiche e l’inserimento di nuove

La Società Italiana della Camelia è collegata con l’International Camellia Society, associazione internazionale che raggruppa cameliofili di tutto il mondo.